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Cittadinanza Italiana

Ogni discendente di italiani ha diritto al riconoscimento della propria cittadinanza europea, purché possa dimostrare attraverso documenti e certificati la propria discendenza da Dante Causa. Un'altra possibilità è attraverso la naturalizzazione attraverso il matrimonio, in cui i coniugi (compresi i coniugi dello stesso sesso) possono richiedere la doppia cittadinanza italiana.

Ai sensi dell’art. 41 del DPR 445/2000, i certificati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni attestanti stati, qualità personali e fatti non soggetti a modificazioni (come, ad esempio, la nascita) hanno validità illimitata. In caso di documenti non più recenti, è tuttavia facoltà dell’Amministrazione chiedere che l’interessato dichiari in calce a tali documenti che quanto riportato sugli stessi non ha subito modifiche alla data in cui si effettua la dichiarazione.

Sì, è possibile utilizzare per via amministrativa la documentazione degli altri familiari già presentata.

L'Apostille è l'atto di rendere valido quel documento in diversi altri paesi, eliminando la necessità di convalide consolari.

No, tutti i discendenti degli italiani hanno il diritto di ricercare le proprie origini e di riconoscere la cittadinanza italiana.

Tutti i documenti devono essere originali, apostillati e tradotti in italiano. Se la traduzione è fatta all’estero deve avere il visto consolare o la doppia apostilla; se fatta in Italia deve essere asseverata in Tribunale.

I certificati di nascita sono obbligatori per tutta la linea di discendenza. I certificati di matrimonio sono obbligatori qualora la persona sia stata sposata: in assenza di matrimonio, per la trasmissione della cittadinanza è necessario che il figlio risulti dichiarato alla nascita dal genitore italiano. A riguardo si sottolinea che l’aggettivo “legittimo”, in assenza di certificato di matrimonio, NON ha alcun valore. I certificati di morte non sono obbligatori.

In caso di filiazione fuori dal matrimonio, l'atto di nascita del figlio deve risultare firmato da entrambi i genitori, ovvero entrambi devono risultare come dichiaranti. Se la nascita è firmata solo da un genitore, serve l’assenso scritto dell’altro genitore: si tratta di una dichiarazione giurata (resa a Pubblico Ufficiale) in cui l’interessato conferma di essere padre/madre del neonato e autorizza l’indicazione del suo nome nell’atto italiano trascritto.

Si, se il richiedente è divorziato. Relativamente ad altri soggetti della catena di discendenza è sufficiente l’atto di matrimonio con la nota marginale del divorzio.